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Critico letterario, docente di Letteratura italiana presso il Magistero di Firenze e politico, Raffaello Ramat (1905-1967) è stata una figura di assoluto rilievo nel panorama culturale e politico fiorentino tra gli anni Trenta e Sessanta del Novecento. Fondatore nel 1941 insieme ad Alberto Carocci della rivista «Argomenti», soppressa dal regime fascista solo dopo pochi numeri, per le sue idee subì per ben due volte il carcere e il confino. Divenne partigiano e, nel dopoguerra, fu consigliere comunale e poi assessore alle Belle Arti nella giunta di centro sinistra del comune di Firenze, guidata dal sindaco La Pira. Il fondo di lettere, donato dagli eredi alla Biblioteca nazionale di Firenze, testimonia i rapporti di Ramat con i maggiori studiosi, docenti e critici letterari del secolo scorso quali Luigi Russo, Mario Fubini, Walter Binni, Attilio Momigliano, Enrico Falqui, intellettuali e politici della statura di Piero Calamandrei, Giorgio Spini, Guido Calogero, Lelio Basso, Sandro Pertini, Giorgio La Pira, scrittori e poeti come Angelo Barile, Pietro Mastri, Giorgio Bassani, Vasco Pratolini, Gianna Manzini.